Consigli Non Richiesti Atto XI: Ma se non è richiesto, che consiglio è?

Consigli Non Richiesti Atto XI
Ma se non è richiesto, che consiglio è?
ovvero
‘Buon compleanno, ti regalo il mio libro’

scream

piàttola s. f. [lat. blattula (dim. di blatta, nome di vari insetti, tra cui lo scarafaggio e le tignole), incrociato con piatto per la forma schiacciata dei due insetti]

1.
a. Altro nome comune, spec. in Toscana, della blatta o scarafaggio.
b. Altro nome comune, e di uso pop., del piattone.

2. fig. Persona molesta, importuna, assillante; meno com., persona avida o avara, parassita, o persona vile, paurosa. Dim. piattolina; accr. piattolóna, e piattolóne m.; pegg. piattolàccia.

 
Sia beninteso un dettaglio non di poco conto: oggi NON E’ il mio compleanno, quindi evitiamo i sottintesi e, no grazie, tenetevi il vostro libro.
Recentemente ho scritto questa roba su Facebook:

E’ un po’ che volevo fare questo discorso, spero di non venire frainteso.
Accetto l’amicizia di chiunque, nella speranza che siate persone interessanti, che vi piaccia condividere voi stessi, in un modo o nell’altro, i vostri pensieri, emozioni, e anche le cazzate (soprattutto quelle).

Amici scrittori o presunti tali, se mi chiedete l’amicizia solo per fare pubblicità, senza interagire, senza scrivere niente di interessante, fosse anche una minchiata (che da queste parti è sempre gradita) sappiate che io vi seguo tutti, leggo ogni cosa che scrivete e quando ne ho piene le palle… DELETE.
Domani pulizia, quindi sfogatevi ora: se per mezzogiorno non mi trovate più in lista vuol dire che questo messaggio era per voi. Se non mi trovate e vi chiedete perché vuol dire che di quello che scrivo non ve ne frega semplicemente un cazzo.
Il che, concedetemelo, mi da’ ampiamente ragione.

Questo moto di ribellione verso il social non mi è nato da un’idea, uno spunto o altre cose che ho sentito al bar, ma dalla vera e propria esasperazione.
Se frequenti un certo ambiente (editoria, laboratori di scrittura) e finisci col conoscere certe persone (scrittori, autori e facenti funzione) può accadere che, se hai un certo approccio, qualcuno ti trovi simpatico e decida di raggiungerti su Facebook.
Ci sta, io l’amicizia non l’ho mai chiesta a qualcuno al di fuori del FIAE o dalla cerchia dei nerdoni come me che ho conosciuto giocando in rete coi videogame, mi fa piacere che qualcuno si avvicini e voglia provare a stringere un rapporto. Se mi chiedi l’amicizia su Facebook non è che automaticamente finiamo in trattoria a mangiare costolette e bere il grignolino, però è un primo passo.
Nel limite del possibile io leggo tutto quello che scrivono, da informazioni divulgate (sempre utili) alle fesserie (sempre gradite), arrivando allo sfogo (particolarmente apprezzato quello in salsa ironica).

Alfine giunge. Egli, o ella, che vuole la tua amicizia. Manco ti ringrazia se gliela dai, va beh, pazienza.
Aspetti. Ti fai i cavoli tuoi e aspetti. Niente, non un commento, non una nota, un niente di niente. Pace, non è che uno deve vivere là sopra. Poi parte a razzo, ti manda inviti alle presentazioni dei suoi libri, posta recensioni, pubblicità, se provi a fare un commento non ti risponde, si limita in tutto e per tutto a una frenetica attività di marketing, altrimenti detta spam.

Spam

A nulla valgono i tuoi avvisi generalisti in bacheca, perché non li legge, perché potrebbe addirittura aver disattivato le tue notifiche: entri in una mailing list non richiesta e non c’è verso di fargli/le capire che non te ne frega una beneamata minchia.
Non trovo nulla di male che uno si faccia pubblicità, non sono certo da meno, ma c’è una differenza nemmeno tanto sottile tra mettermi a conoscenza del tuo lavoro tra una cosa e l’altra e rompermi i coglioni.
Ultimamente ha fatto un bel giro un simpatico articolo che parlava di Hugh Howey, uno strano caso di autore indipendente che ha raggiunto la fama senza l’ausilio degli editori. Esistono, ne abbiamo parlato, sono rari ma esistono.
Quello che è interessante sono i suoi ’10 consigli’, che sono interessanti ma ci han fatto sorridere. Perché? L’articolo lo trovate QUI io vi cito solo un passaggio:

1) Chiedere insistentemente alle persone di comprare il vostro libro non è una strategia che alla lunga può funzionare. Provate invece a farvi notare scrivendo qualcosa di interessante su Facebook o Twitter.

Guarda là, IL PRIMO! Sarà mica messo a caso, no? Cari compari nipoti, rileggete la frase:

Provate invece a farvi notare scrivendo qualcosa di interessante su Facebook o Twitter

Ancora? Dai!

Provate invece a farvi notare scrivendo qualcosa di interessante su Facebook o Twitter

Sintesi?

farvi notare scrivendo qualcosa di interessante

Vi sfugge qualcosa?

interessante

Non sta dicendo di rompere i coglioni al prossimo, di non filarselo di striscio se commenta, di offendervi se non accetta gli inviti. Non vi sta dicendo di andare a casa sua ‘Ah, oggi è il tuo compleanno? Toh, ti regalo il mio libro!’. Bell’affare, e io che volevo Assassin’s Creed. Dico del compleanno perché è accaduto, non a me (per fortuna) ma a molti che conosco e che davanti all’offerta sono rimasti perplessi: lo accetto o te pistu?
E anche qui ci sono passato, anche qui parte il mea culpa cosmico-galattico-latteo. Ci sono conseguenze, signori, la gente si scassa, i vostri amici, anche al di fuori dei social, vi tolgono il saluto, guardano con sospetto ogni pacco che gli donate, si negano al telefono e quando non ci siete mormorano “Oh, ma quello ha rotto proprio le palle con ‘sto libro”.

Un consiglio non richiesto, potete anche mandarmi affanculo senza arrecarmi offesa: sia che siate self o sotto editore non spammate il prossimo libro, non approfittate della pazienza e della disponibilità altrui.
Sta bene farsi pubblicità, ma la gente vi legge con più piacere e l’accetta (magari pure di buon grado) se tra una cosa e l’altra vi siete dimostrati social friends simpatici, gradevoli, che hanno anche molto altro da dire oltre alla carta che tentate di piazzare.

In sintesi:

keep calm 1

Aloha

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